Prove Piagettiane multimediali

Il software “Diego Pizza Adventure” permette di divertirsi con giochi di ispirazione piagettiana (teorie sullo sviluppo del bambino dello psicologo J. Piaget) e vuole essere uno strumento per stimolare alcune capacità cognitive di bambini di età compresa tra 5 e 9 anni di età. I giochi messi in scena riguardano  l’acquisizione delle relazioni spazio-temporali e del concetto di velocità; la capacità di costruire una serie, cioè l’abilita’di ordinare gli oggetti secondo una dimensione, e la capacità di creare corrispondenze fra elementi di serie diverse; aiuta a stimolare l’apprendimento del concetto di conservazione, secondo cui un liquido viene riconosciuto di quantità costante anche se e’travasato in recipienti di diverse forme e dimensioni; permette ai bambini di allenarsi con le capacità di trattare i quantificatori “tutti”e “alcuni”, applicati alle classi e alle sottoclassi di una gerarchia.


Per giocare in “Diego Pizza Adventure” clicca qui

Angelo Rega – Massimiliano Schembri

Wandbot 2.1 – Il lancio al festival della scienza 2011

<< Tutto ciò che è intorno si anima, e se tocchi un oggetto succede qualcosa! D’un tratto l’ambiente circostante si costella di iper-oggetti la cui manipolazione può scatenare svariate reazioni ! >>

Questo è stato lo slogan che negli ultimi 4 anni ha fatto da supporto al progetto WANDBOT sviluppato in collaborazione al Dr. Massimiliano Caretti dell’ISTC-CNR e al Prof. Orazio Miglino dell’Università degli Studi di Napoli.

Nel tempo Wandbot ha trovato svariate applicazioni ed ha dimostrato la sua estrema flessibilità, tanto che, da semplice stumento da utilizzare nella pratiche di riabilitazione cognitiva, è diventato un sistema autore in grado di costruire scenari di realtà aumentata utili tanto in constesti clinico/riabilitativi, quanto in contesti di apprendimento e divulgazione scientifica.

Wanbot (negli Science Center chiamato “Robofrof”) sta lasciando la sua forma di “prototipo”, infatti, il lavoro di oggi è concentrato sulla definizione del design della periferica che permette l’interazione dell’utente con gli oggetti a lui circostanti. Tale studio di design è stato affidato al team di “Architecture and Vision” , sotto la direzione di Arturo Vittori , uno tra i designer italiani più famosi, nonchè relatore in numerosi convegni e conferenze internazionali sui temi della progettazione, dell’architettura spaziale, del trasferimento tecnologico e dell’eco sostenibilità. L’immagine del post riporta uno degli esperimenti di design realizzati dal team di Vittori. L’oggetto definitivo sarà mostrato in anteprima al pubblico durante la manifestazione scientifica italiana FESTIVAL DELLA SCIENZA 2011

Clicca qui per scaricare lo studio di design

Gelmini e la riforma: predica bene e razzola male!

La nota riforma del ministro Gelmini dovrebbe servire ad evitare eventuali concorsi su “base parentale” all’interno dell’Università ! La nostra cara “ministra” non ha fatto altro che pubblicizzare notte e giorno questa importante svolta che il suo DDL introdurrà.

Eppure, nel pieno delle proteste studentesche la Gelmini si impegna a dispensare nomine a “Prof. Emerito” infatti, leggendo on line mi salta agli occhi questo articolo che recita :<<Il prof. Pietro Perlingieri è stato nominato Professore Emerito dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Stella Gelmini.>>

Questo cognome mi suona familiare, sicuramente sentito alla televisione o sui giornali, ricordo infatti che l’illustrissimo Professore in oggetto è padre di uno dei  più giovani docenti ordinari d’Italia : Giovanni Perlingieri.  Nulla di strano, potrebbe trattarsi di un prodigio, una mente eccelsa ma, putroppo, mi è capitato tra le mani anche un libro dal titolo “L’Università Truccata” , forse è li che ho letto del Professore, non ricordo; comunque, spinto da curiosità mi metto a cercare qualche informazione in rete e scopro quanto segue sul sito www.lavoce.info :

… Ma la carriera più spettacolare è probabilmente quella di Giovanni Perlingieri (figlio di Pietro ordinario a Benevento), che già abbiamo visto vincere il concorso da ricercatore nel 2001 a 24 anni con Giovanni Tatarano come commissario. Nell’aprile del 2002 viene bandito un concorso da associato a Cagliari, che egli, ancora giovanissimo, vince in dicembre, venendo subito chiamato a Salerno; dopo otto mesi viene indetto un concorso da ordinario a Padova, che vince nel marzo del 2004; viene quindi chiamato come ordinario nel settembre 2005 alla seconda università di Napoli, a 29 anni appena compiuti. Stabilisce così probabilmente due record, o almeno vi si avvicina molto: la carriera più fulminante (quattro anni e mezzo dalla nomina a ricercatore alla nomina a ordinario, quando spesso ci vogliono tre anni solo per espletare un singolo concorso, e altrettanti per ottenere la conferma in ruolo); e uno dei più giovani ordinari nella storia dell’università italiana (Luigi Einaudi divenne ordinario a 28 anni, e per decenni se ne parlò come di un fatto leggendario). (FONTE: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000670.html )

Mi auguro che tutto questo non sia vero!

Il rettore della Sapienza . . un “pessimo” esempio Italiano

Diavolo di un rettore! – Fonte “l’espresso Blog”

Il Magnifico dell’Università di Roma, La Sapienza, Luigi Frati assume come professore ordinario il

figlio. Giusto in tempo

Lo ammetto, ci stavo cascando. Il fatto è che in questi mesi il rettore de La Sapienza si era comportato proprio bene. Ha trasformato l’ateneo, ha detto che avrebbe punito i fannulloni, ha cercato il modo di incentivare la ricerca… insomma mi stavo convincendo che talvolta è la funzione che crea l’organo e che Frati, una volta rettore, con una giravolta etico-caratteriale di 180 gradi, era davvero diventato un uomo delle istituzioni.

Poi, una notizia sgattaiola dall’elenco delle persone considerate idonee per il posto di professore ordinario, e diventa ufficiale che la facoltà di medicina dell’ateneo di Frati (che fino a qualche settimana fa era sia rettore che preside della stessa facoltà) ha terminato il 19 dicembre le procedure per chiamare a questo ambito comptito tal Giacomo Frati, già professore associato nella stessa facoltà.

Certo i meriti di Giacomo Frati saranno esemplari, chi siamo noi per giudicare? Ma  è difficile considerarre una pura coincidenza  i tempi della chiamata che, per un pugno di ore, eludono il giogo della riforma Gelmini che, tra i mille danni che fa, ha l’effetto positivo di impedire che un ateneo chiami figli e parenti di chi già vi occupa posizioni accademiche.

Quindi ii prof Frati Giacomo potrà sedere accanto all’augusto padre. Alla sorella Paola che alla Sapienza fa il professore di Medicina legale. Alla madre Rita Angeletti che nello stesso ateneo è professore di Storia della medicina. Frati Luigi dice che se uno è bravo non può essere disciminato perché si chiama come lui (come dargli torto?). E, riferendosi alla moglie, ci ha detto che è ovvio che gli amori nascano tra persone che fanno mestieri analoghi, in particolare mestieri di questa fatta. Resta però che la signora Angeletti Frati quando è salita allo scranno di prof ordinario era prof di liceo; e che l’amore con l’attuale Magnifico non deve essere nato in consiglio di facoltà. Ma questi sono fatti loro (chissà perchè lui li ha tirati in ballo?).

Un ultima cosa: a chi venisse in mente di pensare che, in fondo, se impedice simili inciuci, la riforma Gelmini non deve essere male, suggerisco che a Roma ci sono tre università e che una mano lava sempre l’altra. Impedire d’ufficio consanguinei nello stesso ateneo è una sciocchezza: l’amante, la moglie, il figlio o la cugina un vero barone li  mette in cattedra dove c’è un amico pronto a farlo in cambio di un analogo servigio per analoghi amanti, mariti, cugini… Da questo schifo se ne esce solo con una vera e misurabile meritocrazia e con la trasparenza assoluta delle scelte e degli atti: tutto il resto è papocchio.

La riforma Gelmini in sintesi

Docenti in pensione a 70 anni
Con la riforma viene abolita la possibilità che il docente universitario si avvalga dei due anni di trattenimento in servizio. Il docente ordinario dovrà andare tassativamente in pensione a 70 anni, mentre il professore associato dovrà andare tassativamente in pensione a 68. Più spazio dunque ai giovani, e viene favorito il turn over.

Lotta contro gli sprechi
L’obiettivo sin dal principio più “nobile” di questa riforma è la necessaria lotta contro gli sprechi di soldi e risorse. Atenei piccoli si preparano a fusioni con altri atenei e non ci potranno essere più di 12 facoltà per ateneo. Università, facoltà e dipartimenti accademici poco efficienti e con problemi di bilancio vanno incontro al commissariamento.

Le università che continueranno a utilizzare più del 90% dei finanziamenti statali per le spese fisse (personale e ammortamenti) non potranno bandire concorsi per nuove assunzioni. I rettori potranno restare in carica per un massimo di 8 anni: si vuole impedire che ci siano rettori a capo di università per più di 20 anni, come accade ancora oggi in alcune realtà.

Ricercatori addio?
Cambia, e di tanto, anche la figura dei ricercatori: è prevista la fine delle collocazioni lavorative a tempo determinato: la nuova figura prevede la possibilità di accedere all’insegnamento attraverso due contratti triennali: se nel corso del secondo triennio il ricercatore vince il concorso da docente associato rimarrà in seno all’università; in caso contrario non potrà più continuare l’attività accademica.

L’accesso alla docenza non prevede però deroghe o sanatorie per i circa 20mila attuali ricercatori a tempo determinato. L’iter che saranno chiamati a seguire è lo stesso di quelli che approdano oggi negli atenei. I ricercatori protestano da mesi sostenendo che l’unico risultato sarà l’aumento del precariato.

Più difficile diventare professore
Chiunque voglia diventare docente ordinario o associato dovrà conseguire l’abilitazione scientifica nazionale, una sorta di concorso unico a cadenza annuale. L’agenzia statale per la valutazione dell’attività di ricerca terrà sotto stretto controllo la produzione scientifica dei docenti, che dovranno presentare relaizoni sul loro operato. Per i “fannulloni” niente scatto di stipendio.

I concorsi dovrebbero essere meno pilotati dai cosiddetti “baroni”. Le selezioni saranno fatte da una commissione formata da quattro professori ordinari estratti a sorte e, rispetto a oggi, saranno valutate maggiormente la produzione da parte dei candidati di pubblicazioni, le esperienze internazionali, e la didattica svolta.

I robot vi raccontano il Mediterraneo

Anche quest’anno i team di ricerca del laboratorio di Cognizione Naturale ed Artificiale (Federico II) e del laboratorio di Tecnologie Avanzate per l’Apprendimento (ISTC-CNR) sono stati selezionati dall’organizzazione  del FESTIVAL DELLA SCIENZA DI GENOVA per esporre i propri prodotti di ricerca.
UN LABORATORIO ALL’INSEGNA DELL’ESPLORAZIONE E DEL DIVERTIMENTO:
Gioca con i nostri robot e scopri il Mediterraneo! Cinque squadre di giocatori impegnati in una corsa “robotica” si contendono la vittoria finale a suon di domande scientifiche, culturali, politiche e geografiche sui paesi del Mediterraneo. Mentre si avvicinano al traguardo, i Robot-prof formulano le domande e giudicano le risposte, oltre a decidere prove a sorpresa da eseguire. Oppure, cimentati, dal web o direttamente dalle postazioni collocate negli spazi del Festival, nell’addestramento degli automi del videogioco BestBot 2.0, per poi passare alla modalità “sfida” e confrontarti online con i robot degli altri giocatori. È così che possiamo venire catapultati nel mondo dei robot, una grande sfida per la scienza e la tecnologia, e conoscere gli algoritmi che regolano la vita artificiale, per capire come una macchina possa diventare davvero simile a un organismo. “Allevare” una macchina, che sia un robot, un avatar di un videogioco o un tutor artificiale, significa dotarla della capacità di apprendere dall’esperienza o dall’esempio di un addestratore umano. Questo consente all’”organismo robot” di agire in modo non prestabilito, adattandosi ed evolvendosi in mondi fisici o digitali di complessità paragonabili al nostro ambiente di vita. Da alcuni anni gli “Algoritmi di Apprendimento per macchine” cominciano ad essere applicati in vari contesti, dai videogiochi alla robotica, dalla ricerca di informazioni sul web: la grande sfida per la “vita artificiale” è lanciata!
Riferimenti:

A cura di: Advanced Learning Technologies Research Group, Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Natural and Artificial Cognition Laboratory, Università di Napoli Federico II. Con il sostegno della Commissione europea nell’ambito delle attività di disseminazione del progetto di ricerca «Teaching to Teach with Technology» (www.t3.unina.it).

«Smeralda Rsa», per gli anziani esercizi di memoria

la Nuova Sardegna — 12 giugno 2010   pagina 03   sezione: OLBIA

PADRU. Gli anziani potrebbero mantenere la loro efficienza psicologica e migliorare la qualità della propria vita attraverso l’allenamento mentale? È la domanda a cui sta cercando di rispondere la Smeralda Rsa che ha recentemente avviato una nuova ricerca in ambito neuro-psicologico per aiutare i propri pazienti a tenere allenate, attraverso esercizi quotidiani di attivazione mentale, le abilità cognitive: memoria a breve e a lungo termine, scrittura, calcolo semplice e linguaggio strutturato. La sperimentazione è frutto della collaborazione attivata tra gli esperti interni alla Rsa e Angelo Rega, psicologo sperimentale del Laboratorio di cognizione naturale e artificiale del Dipartimento di scienze relazionali dell’Università Federico II di Napoli. «Da anni – spiega l’amministratore della residenza sanitaria assistenziale padrese, Giuseppe Casillo – si pensa che una ginnastica mentale mirata, volta al mantenimento delle funzioni cognitive nel tempo, possa contribuire a una minore degenerazione di tali funzioni e, nel contempo, garantire un’efficienza intellettiva». Ipotesi avvalorata dai risultati ottenuti da numerosi corsi e studi, i quali hanno, però, anche dimostrato che gli esercizi mentali sono efficaci se fatti in maniera continuativa e costante. Da qui, la decisione della Smeralda di indagare su questi nuovi trattamenti «che – sottolinea Casillo – potrebbero garantire agli ospiti della struttura una migliore percezione del “funzionamento” della propria persona e della qualità della vita in generale».  Attraverso una “ginnastica mentale”, dunque, gli ospiti della Smeralda saranno aiutati a ricordare, calcolare, leggere e scrivere. Le nuove tecnologie giocheranno un ruolo fondamentale nei trattamenti: verrà infatti sperimentato l’utilizzo di particolari software per il potenziamento cognitivo che, con l’impiego dei computer, alleneranno la mente dei pazienti, terranno traccia delle loro prestazioni e renderanno gli esercizi più interessanti. (t.s.)

Wandbot: un sistema interattivo per l’apprendimento

Wandbot è un gioco che attraverso l’uso di tecnologie pervasive mira a favorire lo sviluppo di nuovi scenari ludici dove l’utente affina contemporaneamente le abilità cognitive, motorie e sociali.

Il gioco consiste in una corsa tra robot fuori dal comune poiché il robot vincitore viene decretato in base alle azioni che il giocatore compie nel mondo reale.Il setting del gioco è composto da 3 corsie, all’interno di ogni corsia vi è un robot Lego NXT ed alla testa di ogni corsia è posizionato un computer con uno schermo. Tutt’intorno sono sparsi degli oggetti di spugna di varia natura e forma.  La modalità di gioco è la seguente: sul monitor del computer appare una parola in lingua inglese, il giocatore deve comprenderne il significato e successivamente toccare con un guanto interattivo l’oggetto corrispondente e portarlo di fronte allo schermo del pc. Se l’oggetto scelto è corretto il robot compie alcuni passi avanti. Più oggetti raccoglie il giocatore, più il suo robot avanza verso il traguardo. La formula del gioco è quindi basata sul fattore ludico e competitivo determinato dalla corsa tra i robot, sulla componente educativa derivata dall’abilità dell’utente di comprendere le parole in lingua inglese e sull’abilità motoria determinata dalla velocità con cui il giocatore corre a raccogliere gli oggetti.

http://www.nac.unina.it/wandbot/