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La dipendenza affettiva, nota anche come dipendenza da relazioni o dipendenza emotiva, è un modello di comportamento caratterizzato da un bisogno eccessivo di affetto, approvazione e attenzione dagli altri. Le persone con dipendenza affettiva tendono ad essere fortemente dipendenti emotivamente dai loro partner o da altre persone significative nelle loro vite. Alcune caratteristiche comuni della dipendenza affettiva includono: La dipendenza affettiva può essere influenzata da vari fattori, tra cui l’ambiente familiare, l’esperienza di abbandono o trauma emotivo passato, la bassa autostima e le aspettative irrealistiche sulle relazioni. Per affrontare la dipendenza affettiva, possono essere utili le seguenti strategie: La dipendenza affettiva può richiedere tempo, impegno e supporto per essere affrontata in modo efficace. È importante ricordare che ognuno ha la capacità di trasformare i propri schemi di dipendenza affettiva e creare relazioni più equilibrate e soddisfacenti. Acerra – Psicologo Afragola – Psicologo Aversa – Psicologo Caivano – Psicologo Cardito – Psicologo Casalnuovo di Napoli – Psicologo Casandrino – Psicologo Casavatore – Psicologo Casoria – Psicologo Castello di Cisterna – Psicologo Cercola – Psicologo Cesa – Psicologo Frattamaggiore – Psicologo Frattaminore – Psicologo Giugliano in Campania – Psicologo Grumo Nevano – Psicologo Melito di Napoli – Psicologo Mugnano di Napoli – Read more…


Quando vengono alterati gli equilibri di gioco che rendono stabile un rapporto e ci troviamo in una posizione che ci imposta perennemente su uno stato di sofferenza stiamo dando inizio a un gioco pericoloso. La dipendenza fa sì che una persona  viva un rapporto nella gelosia e nel possesso. Con l’altra persona si instaura un rapporto a senso unico nel quale il dipendente cerca di rispondere passivamente ai bisogni dell’altro oscurando completamente i propri. “Il dipendente affettivo non ama la persona per la sua bellezza e originalità, per il suo fascino e per il suo essere insostituibile, ma neanche lo rispetta, non lo ama neanche per la sua libertà, perché è incapace di vero amore in quanto il dipendente ama l’immagine archetipica che c’è nell’altro”. (Tu vali molto di più – dott. Carlo D’Angelo) L’altra persona diventa il baluardo di sentimenti che rispecchiano l’idea che il dipendente ha. Questa idea è il fulcro principale attorno al quale questo gioco imposta le sue regole. Un gioco che diventa pericoloso quando risulta difficile per il dipendente avere a che fare con il lato oscuro e quindi non vissuto del suo bambino interiore. Non ha stimoli nel ricercare quella chiave di volta che Read more…


Oggi il giornale “La Stampa” pubblica un interessante articolo in base al quale i Ricercatori di Amsterdam sostengono che  apprensione, incertezze, fobie, ansia influenzano il processo degenerativo fino a “erodere” le sequenze di dna poste all’estremità dei cromosomi che preservano le informazioni genetiche. Ne risente l’aspetto e tutto l’organismo. Nella ricerca condotta presso la VU University Medical Center Amsterdam, i ricercatori hanno preso in esame oltre 2300 persone, misurando la lunghezza dei loro telomeri dopo una semplice analisi del sangue. Dopo aver classificato i soggetti in base all’età, allo stile di vita e alla presenza di disturbi psicologici presenti o pregressi, i ricercatori hanno mostrato che coloro che soffrivano di disturbi d’ansia – come fobia sociale, agorafobia, attacchi di panico o disturbo d’ansia generalizzato – manifestavano una chiara riduzione della lunghezza dei telomeri, indicativa di un invecchiamento di circa 3-5 anni maggiore rispetto all’età anagrafica. Secondo l’autrice dello studio Josine Verhoeven, benché le cause di questo fenomeno siano ancora sconosciute, il processo potrebbe essere ricondotto all’azione degli ormoni dello stress, i cui livelli risultano alterati nei soggetti che soffrono di disagi psicologici.  Trovate l’articolo completo qui


DIPENDENZA AFFETTIVA

“Sono stata all’inferno e sono tornata. Undici lunghi anni della mia vita ho vissuto con un’ombra dentro di me, un macigno, una voce che mi ripeteva nella testa : lui non mi vuole. Io, una delle tante, la terza scelta, forse la quarta. All’inizio è stato amore, per me, sconvolgente. Passione che bruciava carne e anima. Con lui mi sentivo io. Mi sentivo intera, unica, viva. Senza di lui mi sentivo mezza, o meglio a pezzi. Ho iniziato a vivere lentamente, ho messo cose tra me e lui. Non cose qualsiasi. Cose che mi piacevano davvero. Ho iniziato a fare foto. A esporle. A frequentare gruppi di volontariato, ho iniziato a percepire che l’amore era dentro di me, e che se non arrivava da lui , arrivava da molte altri parti. Ero cieca, sorda, e all’improvviso ho iniziato a vederci. Il vuoto che sentivo non era più vuoto, era pieno di cose piene. Era bello di cose belle. Non ero più mezza. Ero intera anche senza di lui. Bella senza dovermi vestire e pettinare per lui. Non c’era più il fuoco della passione, non c’era più il brivido della trasgressione, del rischio, del chissà se riuscirò ad averlo ancora, almeno solo una Read more…


Chi ne soffre crede di essere molto fragile e incapace di farcela da solo, ma in tutti esiste una forza nascosta che deve solo emergere: ecco come. “E adesso che sono da solo, come farò?”; “Ho bisogno di persone su cui poter contare”; “Per fortuna che c’era lui, se no chissà come avrei fatto!” e via dicendo. Sono solo alcune delle espressioni tipiche di chi vive se stesso come fragile, bisognosa di “appoggi” esterni, non autosufficiente a livello emotivo. Una percezione di sé che ha certo radici lontane nel tempo, e che obbliga chi la vive a stabilire dei rapporti di forte dipendenza psicologica da altre persone. Un obbligo che limita fortemente le libertà di scelta e di azione e che inquina talora irrimediabilmente la qualità sia della vita della persona, sia le relazioni con le “figure di riferimento”. Ma questa fragilità così limitante può svanire davvero, se siamo disposti a “sperimentare” un altro sguardo su noi stessi. Come fare? Tutti sono fragili e forti. Le persone che si considerano più fragili, dipendenti e bisognose spesso sono proprio quelle che nei momenti più difficili si dimostrano forti e determinate: ad esempio dover prestare soccorso, restare lucidi quando qualcuno ha bisogno, offrire Read more…


Si può essere innamorati e allo stesso tempo depressi? Può sembrare un paradosso, poiché l’ amore e la passione, per loro natura, aumentano la vitalità di chi li prova. Eppure c’è un modo di vivere il rapporto di coppia che ha un potere altamente depressivo e che consiste nell’annullarsi in favore del partner. Non si tratta del classico adattamento, per il quale si sacrificano alcuni lati del proprio carattere ai cosiddetti compromessi dello stare insieme e si rinuncia ad alcuni bisogni o desideri per non scontrarsi con l’altro, ma di un continuo tentativo di accontentarlo in tutto: nelle sue richieste (dichiarate e non), nelle frequentazioni, nelle necessità professionali, nel suo modo di considerare la relazione e la persona con cui sta. Fin dall’inizio della storia si disconosce la propria identità per plasmarsi sul mondo dell’altro e sulle aspettative che egli ha su di noi. Si tralasciano le proprie amicizie, impegni, hobby, affetti. Una dedizione assoluta, che magari sulle prime il partner non ha richiesto ma a cui si è presto abituato, beneficiandone, e che ora si attende sempre, senza peraltro valorizzarla. Anzi: è anche possibile che dopo tutto questo egli ci trovi noiosi, privi di mistero, e ci dia ormai Read more…


La dipendenza affettiva può essere definita come un quadro patologico nel quale il rapporto di coppia, la relazione d’amore viene vissuta come condizione unica e necessaria per la propria vita ed esistenza. I soggetti che vivono questo tipo di dipendenza attribuiscono all’oggetto d’amore una importanza tale per cui sono disposti ad annullare il proprio sé, a non ascoltare i propri bisogni e le proprie necessità, a mettere avanti sempre e comunque le esigenze dell’altro pur di evitare il conflitto e scongiurare la rottura della relazione. Gli indicatori e i sintomi che permettono di svelare l’esistenza di una dipendenza affettiva sono i seguenti: terrore dell’abbandono e della separazione evidente mancanza di interesse per sé e per la propria vita paura di perdere la persona amata devozione estrema gelosia morbosa isolamento incapacità di tollerare la solitudine stato di allarme e di panico davanti alla minima contrarietà assenza totale di confini con il partner: la relazione è simbiosi e fusione paura di essere se stessi senso di colpa e rabbia Tale tipo di relazione trova origine nella natura stessa del rapporto: ciò significa che sono storie in cui entrambi i partner si completano contribuendo al determinarsi di tali dinamiche.Molto spesso si tratta di Read more…

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