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Psicoterapia cognitivo comportamentale e insonnia

L’insonnia è un disturbo del sonno per il quale il soggetto ha difficoltà a dormire, si sveglia molte volte durante la notte e fatica a riprendere sonno con conseguenze che si ripercuotono sul corso della giornata perché ci si sente sempre affaticati, stanchi, con poca concentrazione e difficoltà a ricordare ed apprendere.

Se perdura questo disturbo si possono avere effetti anche psicopatologici legati alla depressione per esempio.  La ricerca ha tentato di spiegare se la relazione tra le infiammazioni cellulari e la depressione potesse avere un legame con i disturbi del sonno.

La ricerca ha spiegato che un aumento dell’infiammazione cellulare può comportare una maggiore produzione delle proteine C-Reattive (PCR) con conseguenti sintomi depressivi e disturbi del sonno.

Un gruppo di ricercatori dell’Università della California, ritenendo l’infiammazione cellulare il fattore che provoca insonnia, ha studiato gli effetti della terapia comportamentale e del Tai chi su di esso.

‘La psicoterapia cognitivo-comportamentale per i disturbi del sonno consiste essenzialmente in una psicoeducazione, in un rafforzamento delle associazioni tra il letto e il momento di andare a dormire e in una ristrutturazione dei pensieri disfunzionali legati al sonno. Il trattamento dell’insonnia ha come obiettivo primario quello di migliorare la qualità e la quantità del sonno e i sintomi diurni correlati al disturbo.

Il Tai Chi, invece, è un’arte marziale cinese che nei paesi occidentali ha assunto i connotati di ginnastica utilizzata nella prevenzione di malattie. Non a caso, sono piuttosto noti i benefici del Tai Chi sulla riduzione della pressione sanguigna, sulla riduzione dello stress, miglioramento del sonno e sul trattamento della depressione (Wang et al., 2001, 2004; Irwin et al., 2008; Lavretsky et al., 2011)’

Lo studio ha dimostrato che l’utilizzo della psicoterapia cognitivo comportamentale comportava una riduzione dei sintomi legati all’insonnia e i livelli di attivazione infiammatoria con conseguente diminuzione della produzione delle proteine C- Reattive. Chi aveva praticato Tai chi invece rilevava una stessa riduzione dei sintomi ma la riduzione dell’infiammazione cellulare era legata invece alla proteina TRL-4.

Il risultato interessante della ricerca ha però sottolineato come gli effetti dell’applicazione della psicoterapia cognitivo comportamentale risultino efficaci sul lungo termine a differenza della pratica del Tai chi che invece nei successici follow up, a distanza di mesi vedeva i benefici svaniti.

 

[Fonte stateofmind.it]

 

 

 

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